Le cellule B producono alloanticorpi e attivano le cellule T alloreattive, influenzando negativamente la sopravvivenza dei trapianti renali. Per contro, le cellule B regolatorie sono associate alla tolleranza al trapianto.
Sono necessarie immunoterapie che inibiscano la funzione effettrice delle cellule B, compresa la secrezione di anticorpi, risparmiando allo stesso tempo i regolatori e riducendo al minimo il rischio di infezione.
Lo stimolatore dei linfociti B ( BLyS ) è una citochina che promuove l'attivazione delle cellule B e non è stata precedentemente studiata nei pazienti sottoposti a trapianto di rene.
Sono state determinate la sicurezza e l'attività di un anticorpo anti-BLyS, Belimumab ( Benlysta ), oltre all’immunosoppressione standard nei pazienti adulti sottoposti a trapianto di rene.
È stato utilizzato un disegno sperimentale di studio con più endpoint secondari ed esplorativi per ottenere ulteriori informazioni sull'effetto di Belimumab sulla generazione di IgG de-novo e sul comparto delle cellule B regolatorie.
È stato intrapreso uno studio in doppio cieco, randomizzato, di fase 2, controllato con placebo, con Belimumab in aggiunta alla immunosoppressione con lo standard di cura ( Basiliximab, Micofenolato mofetile, Tacrolimus, e Prednisolone ) in due Centri, Addenbrooke's Hospital ( Cambridge, UK ) e Guy's and St Thomas' Hospital ( Londra, UK ).
I partecipanti erano eleggibili se avevano un'età compresa tra 18 e 75 anni e avevano ricevuto un trapianto di rene ed erano destinati a ricevere l’immunosoppressione con standard di cura.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere per via endovenosa Belimumab 10 mg per kg di peso corporeo oppure placebo, nei giorni 0, 14 e 28, e successivamente ogni 4 settimane per un totale di 7 infusioni.
Gli endpoint co-primari erano la sicurezza e la variazione della concentrazione di cellule B naive dal basale alla settimana 24, analizzate in tutti i pazienti che avevano ricevuto un trapianto e almeno una dose di farmaco o placebo ( popolazione intention-to-treat modificata, mITT ).
Tra il 2013 e il 2015, su 303 pazienti valutati per l'ammissibilità, 28 destinatari del trapianto di rene sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Belimumab ( n=14 ) oppure placebo ( n=14 ).
25 pazienti ( 12 pazienti, 86%, assegnati al gruppo Belimumab e 13 pazienti, 93%, assegnati al gruppo placebo ) hanno ricevuto un trapianto e sono stati inclusi nella popolazione mITT.
Sono state osservate proporzioni simili di eventi avversi nei gruppi Belimumab e placebo, incluse infezioni gravi ( 1 su 12, 8%, nel gruppo Belimumab e 5 su 13, 38%, nel gruppo placebo durante la fase di trattamento di 6 mesi e nessuno nel gruppo Belimumab e 2, 15%, nel gruppo placebo durante il follow-up di 6 mesi ).
Nella fase di trattamento, un paziente nel gruppo placebo è morto a causa di infarto miocardico e insufficienza cardiaca acuta.
L'endpoint co-primario di riduzione delle cellule B naive dal basale alla settimana 24 non è stato raggiunto
Il trattamento con Belimumab non ha ridotto significativamente il numero di cellule B naive dal basale alla settimana 24 ( differenza media aggiustata tra i gruppi di trattamento con Belimumab e placebo -34.4 cellule per microl ).
Belimumab potrebbe rappresentare un utile complemento all'immunosoppressione standard nel trattamento del trapianto renale, senza maggiore aumento del rischio di infezione e potenziali effetti benefici sulla alloimmunità umorale. ( Xagena2018 )
Banham GD et al, Lancet 2018; 391: 2619-2630
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