E’ stato utilizzato un ampio registro di popolazione per valutare eventuali differenze tra la sopravvivenza generale e la sopravvivenza cardiovascolare nei pazienti con carcinoma a cellule renali inferiore o uguale a 2 cm sottoposti a nefrectomia radicale o nefrectomia parziale.
Dal registro SEER ( Surveillance, Epidemiology and End Results ) sono state identificati 4.216 pazienti con carcinoma a cellule renali di 2 cm o valore inferiore, con conferma istologica, che sono stati sottoposti a nefrectomia radicale o parziale.
Un totale di 2.301 pazienti ( 55% ) sono stati sottoposti a nefrectomia parziale.
L’impiego della nefrectomia parziale è aumentato costantemente durante il periodo di studio dal 27% dei casi totali nel 1998 al 66% nel 2007.
I pazienti, sottoposti a nefrectomia parziale avevano in media 2.5 anni in meno rispetto a quelli trattati con nefrectomia radicale ( 56.4 vs 58.9 anni; p inferiore a 0.001 ).
L'età più anziana era il solo fattore indipendente predittivo di nefrectomia radicale ( odds ratio, OR=1.02 ).
Quando sono state prese in considerazione le caratteristiche del paziente e l'anno dell’intervento chirurgico, la nefrectomia radicale è risultata associata a una più alta mortalità globale ( hazard ratio, HR=2.24 ) e mortalità cardiovascolare ( HR=2.53 ).
In conclusione, la nefrectomia radicale è associata a minore sopravvivenza generale e cardiovascolare, rispetto alla nefrectomia parziale nei pazienti con carcinoma a cellule renali, localizzato, di 2 cm o valore inferiore.
Questi risultati giustificano quindi la diffusione dell'uso di tecniche di risparmio di tessuto renale per trattare il cancro del rene localizzato. ( Xagena2011 )
Kates M et al, J Urol 2011;186: 1247-1253
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