Sono stati esaminati gli effetti protettivi del peptide natriuretico atriale ( ANP ) sulla nefropatia indotta da mezzo di contrasto dopo angiografia coronarica.
La nefropatia indotta dal contrasto è una complicanza comune dopo angiografia.
Alcuni studi hanno mostrato che il peptide natriuretico atriale ha effetti protettivi a livello renale, ma gli effetti benefici per la nefropatia indotta dal contrasto non sono stati dimostrati in modo chiaro.
In uno studio prospettico, controllato, randomizzato su 254 pazienti consecutivi con concentrazioni sieriche di creatinina maggiori o uguali a 1.3 mg/dl, i pazienti hanno ricevuto peptide natriuretico atriale ( 0.042 microg/kg/min; gruppo peptide atriale natriuretico; n=126 ) o soluzione di Ringer ( gruppo controllo; n=128 ).
I due trattamenti sono stati iniziati da 4 a 6 ore prima dell’angiografia e sono stati portati avanti per 48 ore.
Non sono state registrate differenze significative in età, sesso, diabete mellito o livello sierico basale di creatinina tra i 2 gruppi.
La prevalenza di nefropatia indotta dal mezzo di contrasto, definita come un aumento del 25% della creatinina o un aumento di creatinina maggiore o uguale a 0.5 mg/dl dal basale entro 48 ore, è risultato significativamente inferiore nel gruppo peptide natriuretico atriale che nel gruppo controllo ( 3.2% vs 11.7% rispettivamente; p = 0.015 ).
L’analisi multivariata ha mostrato che l’uso di più di 155 ml di mezzo di contrasto ( odds ratio, OR=6.89; p
Anche l’incidenza di un aumento della creatinina maggiore o uguale al 25% o maggiore o uguale a 0.5 mg/dl rispetto al basale a 1 mese è risultata significativamente più bassa nel gruppo peptide natriuretico atriale che nel gruppo controllo ( p=0.006 ).
In conclusione, in aggiunta all’idratazione, la somministrazione di peptide natriuretico atriale è risultata efficace nel prevenire la nefropatia indotta dal mezzo di contrasto in pazienti con insufficienza renale cronica e tale effetto si è mantenuto per 1 mese. ( Xagena2009 )
Morikawa S et al, J Am Coll Cardiol 2009; 53: 1040-1046
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