I pazienti che si sottopongono a dialisi ad alte altitudini ricevono dosi più basse di Eritropoietina e raggiungono più alte concentrazioni di emoglobina.
Queste osservazioni possono trovare spiegazione in un’aumentata disponibilità di ferro causata dall’attivazione dei fattori indotti da ipossia alle alte altitudini.
I fattori indotti dall’ipossia sono anche coinvolti in altri pathway che potrebbero influenzare morbilità e mortalità.
Ricercatori del Brigham and Women's Hospital e Harvard Medical School, a Boston negli Stati Uniti, hanno compiuto uno studio per verificare se la mortalità fosse differente a seconda dell’altitudine nei pazienti che iniziavano a sottoporsi a dialisi.
È stata studiata in modo retrospettivo una coorte di pazienti che avevano iniziato la dialisi negli Stati Uniti tra il 1995 e il 2004.
La principale misura di esito era la mortalità per qualsiasi tipo di causa.
Un totale di 804.812 pazienti ha iniziato la dialisi, e sono stati seguiti per un periodo mediano di follow-up di 1.78 anni.
I tassi crudi di mortalità per 1000 persone-anno sono stati 220.1 a un’altitudine inferiore a 76 m, 221.2 da 76 a 609 m, 214.6 da 610 a 1218 m, 184.9 da 1219 a 1828 m e 177.2 ad un’altitudine superiore a 1828 m.
Dopo aggiustamento multivariato, rispetto ai pazienti che vivevano a un’altitudine inferiore a 76 m, i tassi relativi di mortalità sono stati di 0.97 per quelli che vivevano tra 76 e 609 m; 0.93 da 610 a 1218 m; 0.88 da 1219 a 1828 m e 0.85 ad altitudini superiori a 1828 m.
La mortalità standardizzata per età e sesso è diminuita di più con l’altitudine nei pazienti sottoposti a dialisi che nella popolazione generale.
Dallo studio è emerso che l’altitudine è dunque risultata inversamente associata a mortalità per tutte le cause nei pazienti statunitensi che ricevono dialisi. ( Xagena2009 )
Winkelmayer WC et al, JAMA 2009; 301: 508-512
Nefro2009