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L’iperkaliemia nella malattia renale cronica aumenta la mortalità nel breve


L’iperkaliemia è una potenziale minaccia per la sicurezza del paziente nella malattia renale cronica.

Ricercatori dell’University of Maryland a Baltimora negli Stati Uniti, ha compiuto un’analisi retrospettiva per determinare l’incidenza dell’iperkaliemia nella nefropatia cronica, e l’eventuale associazione con l’eccesso di mortalità.

E’ stata analizzata una coorte di 245.808 veterani con almeno 1 ricovero ospedaliero e 1 misurazione ( ambulatoriale o in regime di ricovero ) dei livelli di potassio durante l’anno 2005.

La malattia renale cronica e il trattamento con inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina ( Ace inibitori ) e/o bloccanti del recettore dell’angiotensina II ( bloccanti il sistema RAAS [ sistema renina-angiotensina-aldosterone ] ) sono risultati predittori chiave di iperkaliemia.

L’endpoint principale dell’analisi era rappresentato dal decesso entro un giorno dall’evento iperkaliemico.

L’analisi dei 66.259 eventi iperkaliemici ha mostrato un maggior numero di eventi in regime di ricovero ospedaliero ( n = 34.937 [ 52.7% ] ) che di eventi ambulatoriali ( n = 31.322 [ 47.3% ] ).

Il tasso aggiustato di iperkaliemia è risultato più elevato nei pazienti con malattia renale cronica che in quelli senza nefropatia tra gli individui trattati con bloccanti RAAS ( 7.67 vs 2.30 per 100 pazienti-mese; P
L’odds ratio ( OR ) aggiustato di morte con eventi di iperkaliemia moderata ( potassio maggiore o uguale a 5.5 e minore di 6 mEq/L ) e grave ( potassio maggiore o uguale a 6 mEq/L ) è risultato più alto in assenza di nefropatia cronica ( OR=10.32 e OR=31.64, rispettivamente ) rispetto alla malattia renale cronica di stadio 3 ( OR=5.35 e 19.52, rispettivamente ) e stadio 4 ( OR=5.73 e OR=11.56, rispettivamente ) o stadio 5 ( OR=2.31 e OR=8.02, rispettivamente ) con tutti i valori P
In conclusione, il rischio di iperkaliemia risulta aumentato in caso di nefropatia cronica e il suo presentarsi aumenta i rischi di mortalità entro 1 giorno dall’evento.
I dati sottolineano l’importanza di questo disturbo metabolico come minaccia per la sicurezza dei pazienti con malattia renale cronica. ( Xagena2009 )

Einhorn LM et al, Arch Intern Med 2009;169:1156-1162


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