L’uso di Digossina da parte dei pazienti in emodialisi è associato a un più alto rischio di mortalità; il rischio è aumentato dagli alti livelli di digossinemia e dalla bassa potassiemia in pre-dialisi.
Pochi studi hanno verificato la sicurezza della Digossina nei pazienti in emodialisi.
Ricercatori del Fresenius Medical Care North America a Waltham negli Stati Uniti, hanno analizzato il tasso di mortalità a 4 anni per il periodo 2001-2006 tra 120.864 pazienti sottoposti a emodialisi.
Il 4% dei pazienti stava impiegando Digossina al dosaggio medio di 62.5 microg/die per 90 o più giorni.
Dall’analisi è emerso che, dopo aggiustamento per età e genere, i pazienti che facevano uso di Digossina presentavano un aumento della mortalità del 28%, rispetto a coloro che non facevano uso del farmaco.
La mortalità è stata influenzata anche dal dosaggio di Digossina, con un aumento del rischio del 19% per ogni aumento di 1 ng/ml nei livelli di digossinemia.
Il rischio associato con l’uso di Digossina è risultato ulteriormente aumentato tra i pazienti con bassi livelli di potassiemia pre-dialisi ( inferiori a 4.3 mEq/l ): aumento del rischio di mortalità di 2.5 volte rispetto ai non-utilizzatori.
I pazienti con alti livelli di potassio sierico ( maggiori di 4.3 mEq/l ) trattati con Digossina hanno presentato una riduzione del rischio di mortalità del 14% ( p=NS ).
Il Kidney Disease Outcomes Quality Initiative del National Kidney Foundation ( NKF KDOQI ) raccomanda l’uso di Digossina nel trattamento della cardiomiopatia e della fibrillazione atriale.
Secondo gli Autori, è necessario uno stretto controllo dei livelli di potassiemia e digossinemia nei pazienti con malattia renale all’ultimo stadio. ( Xagena2010 )
Fonte: Journal of American Society of Nephrology, 2010
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