I calcoli renali sono comuni nei Paesi sviluppati, e possono colpire fino al 15% degli uomini bianchi ed il 6% di tutte le donne. Recidive di calcoli si hanno in circa la metà dei soggetti già colpiti.
I fattori di rischio per la formazione di calcoli includono i promotori urinari ( calcio, urato, cistina, e sodio ) e gli inibitori urinari ( magnesio, citrato, e nefrocalcina ).
La colica renale acuta si può presentare in presenza di deidratazione e ridotta produzione urinaria, aumentata assunzione di proteine, esercizio fisico intenso, e dopo assunzione di alcuni farmaci.
Queste coliche sono molto dolorose e possono essere associate a frequente minzione, disuria, oliguria, ed ematuria.
Le caratteristiche del calcolo possono essere ottenute mediante analisi biochimiche, microscopiche, attraverso l'esame delle urine sotto luce polarizzata, e pielografia.
L'ultrasonografia e la radiografia addominale sono tecniche diagnostiche che possono risultare alternative alla pielografia, nei soggetti che non tollerano quest'ultima indagine.
La terapia in acuto ha l'obiettivo di ridurre il dolore, di reidratare e favorire la diuresi. La prevenzione delle recidive si basa su cambiamenti della dieta, sull'assunzione di liquidi, sul controllo della calciuria, e sul trattamento delle sottostanti infezioni del tratto urinario e/o sul controllo delle anomalie metaboliche.
I calcoli inferiori ai 5 mm, vengono facilmente espulsi, mentre quelli più grandi possono essere trattati con la litotripsia. ( Xagena2001 )
Bihl G, Meyers A, Lancet 2001; 358: 651-656