I pazienti affetti da diabete mellito trattati con Empagliflozin ( Jardiance ), un inibitore SGLT2, hanno presentato una più lenta progressione della malattia renale rispetto ai pazienti trattati con placebo.
Una sotto-analisi dello studio EMPA-REG che ha riguardato più di 7.000 pazienti ha evidenziato che Empagliflozin è associato a una più bassa insorgenza di nefropatia o peggioramento di una nefropatia già presente, rispetto al placebo ( 12.7% versus 18.8%, hazard ratio, HR=0.61, IC 95%, 0.53-0.70, p inferiore a 0.001 ) dopo circa 2.5 anni.
Inoltre, l'1.5% dei pazienti nel gruppo di trattamento e il 2.6% dei pazienti nel gruppo placebo hanno avuto un raddoppio dei livelli di creatinina sierica ( riduzione del rischio relativo del 44% ).
La terapia renale sostitutiva è stata avviata nello 0.3% dei pazienti trattati con Empagliflozin e dallo 0.6% di quelli che hanno assunto il placebo per una riduzione del rischio relativo del 55%.
Non ci sono state differenze significative tra il gruppo in trattamento con Empagliflozin e quello che aveva ricevuto placebo nei tassi di albuminuria incidente.
La percentuale dei pazienti che ha presentato gravi eventi avversi era simile tra i due gruppi.
Tutti i pazienti nello studio EMPA-REG avevano diabete di tipo 2, malattia cardiovascolare, e una velocità stimata di filtrazione glomerulare ( eGFR ) di almeno 30 ml per minuto per 1.73 m2 di superficie corporea.
Al basale, l'eGFR era 45-59 ml per minuto per 1.73 m2 nel 17.8% dei pazienti e 30-44 ml per minuto per 1.73 m2 nel 7.7%.
Il 28% dei pazienti aveva microalbuminuria e l'11% macroalbuminuria.
La durata mediana del trattamento è stata di 2.6 anni, con un tempo di osservazione mediano di 3.1 anni.
Fonte: American Diabetes Association ( ADA ) Annual Meeting, 2016
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