Nelle nefropatie croniche, l’inibizione dell’enzima di conversione dell’angiotensina ( Ace ) produce un effetto nefroprotettivo.
I Ricercatori del Mario Negri di Bergamo hanno valutato l’effetto del controllo pressorio convenzionale rispetto a quello intensivo sulla progressione alla malattia renale all’ultimo stadio.
Lo studio ha coinvolto pazienti con nefropatia proteinurica non-diabetica, che stavano assumendo un trattamento con l’Ace inibitore Ramipril ( Triatec ) ( 2,5-5 mg/ die ).
I pazienti sono stati assegnati in modo random al controllo della pressione sanguigna convenzionale ( pressione diastolica: < 90 mmHg; n = 169 ) o intensiva ( pressione sistolica/diastolica: < 130/80 mmHg; n = 169 ).
Per raggiungere il livello “intensivo��? di pressione sanguigna, i pazienti hanno ricevuto una terapia aggiuntiva con un calcioantagonista diidropiridinico.
L’end point primario era il tempo alla malattia renale all’ultimo stadio.
Durante il periodo di follow-up medio di 19 mesi, nel 23% dei pazienti assegnati al controllo pressorio “intensivo��? e nel 20% di quelli allocati al controllo convenzionale, è stata osservata una progressione a malattia renale all’ultimo stadio ( hazard ratio, HR= 1 ).
I dati di questo studio hanno indicato che i pazienti con nefropatia proteinurica non-diabetica, trattati con un Ace inibitore, non hanno tratto beneficio aggiuntivo dalla somministrazione di un calcioantagonista diidropiridinico. ( Xagena2005 )
Ruggenenti P et al, Lancet 2005; 365: 939-946
Nefro2005 Farma2005